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PIANOFORTE
CLASSICO - MODERNO 

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 CLASSICO

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  • un programma completo per poter superare gli esami in conservatorio o di perfezionamento

  • profili adatti per ogni esigenza (anche per adulti e classi collettive)

  • possibilità di borse di studio

  • propedeutica per bambini e classi collettive per i più piccoli

La scuola ha saputo offrire una piattaforma di scelta d'insegnamento della musica attraverso una duplice missione: trasmettere la passione per la musica attraverso una vasta gamma di corsi adattati per i giovani e adulti di tutte le età; offrire una solida formazione classica o jazz a musicisti che si orientano verso una carriera professionale. Dal 2015 offre programmi propedeutici (secondo le linee del MIUR) completi e vari in musica classica e jazz con profili formativi diversi, offerti in collaborazione con il Conservatorio "Pedrollo" di Vicenza.

Per i più piccoli ( 4 e 5 anni) sono previsti programmi propedeutici anche in classi collettive, prestando attenzione al ludico ma al contempo alla qualità dell'offerta per raggiungere gli obiettivi formativi. 

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MODERNO

 

La prima domanda che viene è sicuramente questa:
che differenza c’è tra un corso di pianoforte moderno e uno classico?
Si può certamente dire che nella prima fase di studio le differenze non sono molte: impostazione della mano, lettura delle note, ecc.

Una leggera differenza c’è sicuramente nella scelta dei brani da fare: ai vari Mozart e Beethoven si preferisce fare del blues, qualche semplice jazz, oppure i classici della musica leggera italiana e internazionale (Beatles, Elton John, le colonne sonore dei film celebri e così via).

Le differenze si fanno invece sostanziali nel periodo successivo al primo anno di corso (periodo per altro variabile in base ai risultati raggiunti).

Si passa quindi allo studio degli accordi e al loro utilizzo nella musica moderna, le tecniche di accompagnamento (sia per quanto riguarda l’accompagnamento di cantanti che di strumenti solisti come il sax o la chitarra), il pianoforte da pianobar e via discorrendo.

Utilizzare gli accordi significa imparare a gestire a proprio piacimento il materiale musicale slegandosi quindi dalla lettura di uno spartito e dando libertà alla propria fantasia e al proprio gusto musicale (senza limitazione di genere, ritmo e difficoltà).
Per fare tutto ciò occorre, oltre allo studio degli accordi e del ritmo, dare sviluppo al cosiddetto “orecchio musicale”, ovvero la capacità di riconoscere e di riprodurre i suoni e questo porta a trovarsi le note delle canzoni preferite senza l’ausilio di nessuna partitura.

Fare un elenco dei libri e dei metodi utilizzati diventa piuttosto difficile visto che ogni persona che si avvicina al mondo della musica è diversa da tutte le altre e quindi standardizzare il metodo su basi predefinite mi sembra riduttivo e poco utile al fine dell’apprendimento.

Personalmente preferiamo utilizzare delle trascrizioni di brani famosi “cuciti” addosso all’allievo, ovvero pensati appositamente per il livello di difficoltà raggiunto.
Questo, oltre che a sviluppare la tecnica pianistica al pari di un esercizio ripetitivo, è sicuramente più gratificante per chi suona (e per chi ascolta…). Resta inteso che questo non esclude comunque la possibilità di imparare brani scritti da altri compositori più o meno moderni (Allevi, Einaudi, ecc.).  É importante comunque nello studio della musica mantenere due criteri fondamentali: divertirsi e far divertire.

DOCENTI:

- M° Riccardo Vighesso (Curtarolo e Tombolo)

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"La musica è il mezzo, lo studio è il veicolo."  Victor Wooten

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